Jacopo, 6 anni. Da Viterbo a Firenze.
In questa storia ammetto di aver avuto molti dubbi. Per esempio di carattere etico:
É giusto sottoporre ad un lungo viaggio (per mesi) una famiglia intera per salvare dei dentini da latte ad un bimbo?
Alternativa: continuare a farlo vivere con il dolore e l’infezione o mandarlo in ospedale ad estrarre ben 14 denti. Sarebbe stato rovinato per tutti gli effetti secondari di una simile decisione. Se non fosse stato per la caparbietà e decisione dei genitori forse non c’è l’avrei fatta, nonostante non molli facilmente.
Ecco come è andata.
A ottobre vengo contattata da una mamma di Viterbo, è davvero disperata, mi dice di aver visto dei miei casi risolti su Fb. Quindi si è decisa a chiamarmi, quando l’ennesimo collega dopo svariate brutte e malfatte toppe ha deciso di gettare la spugna, affermando: “ io non so più come aiutarvi”. Fissiamo un primo incontro in studio. Conosco così il piccolo Jacopo. Bimbo di 6 anni, timoroso e giustamente agitato.
Dato che la famiglia si è fatta 2.30 ore di macchina all’andata e altrettanto al ritorno gli dedico molto tempo. Devo cercare di raccogliere più informazioni possibile sia sullo stato delle terapie, denti residui ma soprattutto devo farmi accettare dal bimbo che proprio non ne vuole sapere. La situazione è davvero impossibile.
Mi vengono tanti dubbi, ma i genitori vogliono a tutti i costi provare.
Ci diamo un primo obiettivo, ossia iniziare da una zona e vedere cosa riesco a ottenere con delle terapie che siano valide e risolutive nel tempo e come riesco a gestire la scarsa collaborazione del bimbo.
Passano le settimane e la bocca comincia a cambiare. Lavoro certosino dove si cerca di recuperare ogni briciolo di smalto salvabile.
Ammetto che a rivedere le foto stento a crederci anche io di avercela fatta. Abbiamo iniziato dalle terapie più “diciamo” facili per arrivare a quelle più complesse.
È stata durissima per tutti, me inclusa. E così dopo 4 mesi e qualche giorno eccoci qui a fotografare la fine del lavoro.
Wow… niente più carie, ascessi, dolore, alitosi, infezioni (pericolose anche per il cuore ed altri organi). In numeri diciamo di aver devitalizzato 5 denti, estratti 0, ricostruiti 14 di questi con 8 ricostruzioni molto complesse ( su bimbo che si muoveva in continuazione), 6 ricostruzioni anteriori sempre in composito. A occhio avremo usato 3 bombole di ossigeno e 1 di protossido, almeno 12 fiale di anestetico.
Per tutte le otturazioni è stata usata la diga di gomma per lavorare in sicurezza e per avere lavori longevi.
Ora quello che andrà fatto è inserire il piccolo Jacopo in un programma regolare di igiene dove ogni 4 mesi tornerà in studio per mantenere bassa la concentrazione di batteri cariogeni.
Verrà fatta l’igiene con la sedazione , la fluoroprofilassi, e fatto il test salivare per controllare la conta batterica patogena. Sono davvero felice di essermi buttata in questa sfida, ringrazio i genitori del piccolo che hanno creduto in noi e te che sarai arrivato fino a qui nella lettura con lo sguardo incredulo. Ti assicuro che non cè soddisfazione maggiore che poter guardare ripartire felici il piccolo Jacopo il fratello Samuele ed i genitori alla volta di Viterbo sereni e soddisfatti. Se non ci credi ascolta la testimonianza di Jenni poi mi scrivi che sensazione ti ha evocato!
Io l’avrei baciata!
GLOSSARIO:
DENTI DECIDUI O DA LATTE:Verranno sostituiti con i denti permanenti .
Il primo cambia tra i 5/6 anni e l’ultimo tra i 12/13 anni. È per questo che le otturazioni vanno fatte come sui denti permanenti perché a volte devono durare 8/9 anni integre.
TERAPIA ENDODONTICA: è l rimozione della polpa infettata dai batteri della carie.
Si esegue con sottili strumenti rotanti e non. Implica che il bimbo riesca a rimanere fermo alcuni minuti onde evitare la frattura degli strumenti nei canali della radice.
DIGA DI GOMMA: foglio quadrato di lattice su cui si pratica uno o più fori . Si mette sopra ai denti e la su fissa con un gancetto. Serve per lavorare in sicurezza ( caduta di piccoli strumenti, liquidi, contaminazione con la saliva etc) . Per metterla occorre che il paziente tenga la bocca aperta altrimenti salta il gancio e può essere pericoloso.
Si applica dai 2 anni in su.
Dott.ssa Francesca Romana Nardelli
P.s. Se trovi utili queste informazioni e vuoi scoprire di più sul mio metodoAPE che ha già aiutato centinaia di bambini e adulti a superare la paura del dentista e a prendersi finalmente cura della propria salute orale…
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