“Che ci vorrà mai a visitare un bambino?”
Almeno finché non ci provi.
In realtà è il momento più difficile e delicato.
Se l’approccio viene sbagliato all’inizio ( salvo casi eccezionali ) è come una valanga che si trascina dietro la paura, a volte il terrore che può durare per sempre.
Quanti adulti non si curano perché hanno il ricordo del dentista che da piccoli – “fregandoli”- gli ha tolto il primo dentino con tanto di immagini di gocce di sangue? Ecco il rischio è questo.
La prima visita dalla dentista quindi deve avere delle caratteristiche ben precise che sono ben codificate nel mio “ metodoAPE” AmorePassioneEntusiasmo.
Le regole sono:
- Più il bimbo è piccolo e più è importante fare la visita durante la mattina. Con l’accumularsi delle attività quotidiane, si accumula anche la stanchezza e si riduce la voglia di stare fermi, collaborare e prestare attenzione.
- Il genitore meno interagisce e meglio è: prima si stabilisce un rapporto di fiducia e conoscenza tra il bimbo e la dottoressa e prima si riesce a toccarlo in sicurezza.
- Creare un percorso giocoso per ridurre le aspettative e la paura del dottore.
- Preparare una sorpresa: Serve per abbassare il muro della diffidenza.
- Aver del materiale che stupisca ed incuriosisca il bimbo, mentre viene informato.
- Alla fine della seduta il bimbo deve essere riuscito a salire sereno sulla poltrona, aver provato l’aspiratore in bocca (non ben accetto dai piccoli pazienti), avere preso confidenza con i vari strumenti, avere imparato a respirare con la mascherina della sedazione cosciente che servirà nei prossimi incontri.
- Il genitore deve tenere ben presente che la dottoressa e l’assistente lavorano con 4 mani e strumenti molto taglienti in una bocca del diametro di pochi centimetri, che si muove, si chiude – ed a volte vomita appena gli sfiori la lingua. Il tutto usando degli strumenti che ruotano e sono in grado di tagliare un tessuto duro quasi come il diamante che è lo smalto dentale. Pensa quindi quale deve essere il nostro livello di concentrazione mentre lavoriamo su tuo/a figlio/a.
Ti è più chiaro ora perché è così difficile lavorare su bimbi soprattutto piccoli dai 2 anni e o non collaboranti anche grandi?
Quand’è che un bambino è “non collaborante” :
Può esserlo per vari motivi: esperienze precedenti negative, paura innata, educazione, paure apprese durante i commenti o racconti casalinghi, il carattere.
Il bambino non collaborante tipicamente si muove molto, scalcia, scappa, morde, tiene la bocca serrata, urla senza motivo, piange senza motivo, non ascolta….
Quand’è che un bambino è “collaborante”:
È docile, si fida, ascolta, rimane fermo o quasi, si lascia guidare, si fa curare…
Detto così la domanda che può sorgere spontaneamente è…
“Ma i bambini non collaboranti quindi non si curano?”
Certo che sì, vanno convertiti attraverso un percorso più o meno lungo che nel mio caso è il METODOAPE®️.
Con la mia esperienza, il giusto approccio e tanta tanta tanta pazienza si può riuscire a curare la preziosa bocca dei nostri bimbi senza costrizioni e anzi, proprio attraverso il divertimento, la sorpresa e l’entusiasmo di vedere i propri denti aggiustati è una bella soddisfazione a tutte le età.
Pensi ancora che sia così facile ed immediato?
Ora lo sai…
La qualità nell’approccio e nelle terapie ha bisogno di tempo, amore per la propria professione, passione per la propria missione, entusiasmo da condividere in abbondanza.
Dott.ssa Francesca Romana Nardelli
P.s. Se trovi utili queste informazioni e vuoi scoprire di più sul mio metodoAPE che ha già aiutato centinaia di bambini e adulti a superare la paura del dentista e a prendersi finalmente cura della propria salute orale…
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